venerdì 11 maggio 2018

Omaggio a Keith Haring

Con le mie prime abbiamo realizzato un “Graffito metropolitano” ispirato all’opera 

 “Tuttomondo”di Keith Haring. L’artista in questo grande graffito rappresenta la visione interiore, di un futuro in cui gli ideali dominanti sono unità, armonia e pace espressi con un linguaggio semplice e dinamico, che si ispira anche ai segni lasciati dagli uomini primitivi. Il moderno graffitismo così come altre tendenze dell'arte del ventesimo secolo, trova delle corrispondenze con i graffiti preistorici, l'arte “primitiva” e il disegno infantile, espressioni queste accumunate dal rifiuto della prospettiva e della profondità, dall’estrema semplificazione delle forme e dall’immediatezza comunicativa. 
Il dipinto di Keith Haring che si trova sulla parete esterna della chiesa di Sant’Antonio Abate a Pisa, é l’ultimo grande murale pubblico di questo artista americano esponente del Graffitismo  scomparso nel 1990. Ritrae 30 figure di grande vitalità, concatenate e incastrate tra loro a simboleggiare la pace e l'armonia del mondo. Partendo dall’alto vediamo un uomo che sorregge sulle spalle un delfino, a sinistra compaiono un cane, una scimmia e un volatile: il legame dell'uomo con la natura è indispensabile per l'armonia del mondo. In alto a destra un paio di forbici, a simboleggiare il bene, rappresentate come l'unione di due figure umane, tagliano in due un serpente, a simboleggiare il male. Una donna con in braccio un bambino e un uomo con un televisore al posto della testa rappresentano il contrasto tra la naturalità della vita e la tecnologia che ne stravolge i ritmi. Al centro troviamo, in omaggio alla città che ospita il murale, il suo simbolo, la "croce pisana", rappresentata con quattro figure umane unite all'altezza della vita. Due gemelli siamesi al centro, uniti nel tronco, e altri due a destra uniti all'altezza delle spalle, sono probabilmente una condanna ai disastri nucleari. Infine in basso, al livello della strada, è stata raffigurata una figura gialla che cammina: rappresenta il pubblico, un passante o un turista, che dedica un momento di riflessione all'opera, prima di proseguire in direzione probabilmente del Campo dei miracoli e della Torre di Pisa. 










venerdì 4 maggio 2018

La composizione modulare

Che cos’é una composizione modulare? 
         

É una costruzione geometrica configurata come una griglia che suddivide lo spazio in unità costanti bidimensionali che si ripetono con serialità. Successivamente all'interno di ciascuno spazio della struttura si inseriscono i moduli scegliendoli fra quelli proposti, dalla cui ripetizione all'interno della struttura nascerà la composizione. 
Il modulo che ho scelto per le mie seconde ha la perfetta regolarità geometrica del quadrato che è stata sfruttata sin dai tempi più antichi per strutture murarie o decorazioni modulari di pavimenti, basti pensare ai romani che hanno realizzato il famoso opus reticulatum o alle pavimentazioni in opus sectile basate su griglie di quadrati incrociate. Ma il modulo quadrato può diventare anche qualcosa di molto più consistente. Durante il Medioevo e il Rinascimento e perfino nel recente Razionalismo è stato utilizzato per la  realizzazione di planimetrie e facciate di fortezze, chiese ed abitazioni private. Anche nel mondo della pittura la composizione modulare é stata utilizzata in modo creativo, si tratta, ovviamente, di opere astratte appartenenti a movimenti quali il Neoplasticismo, il Suprematismo, l’Op-art, il Minimalismo e altre correnti legate all’astrazione geometrica.
















martedì 1 maggio 2018

A proposito di quadri viventi

Durante quest’anno scolastico le classi terze della nostra scuola, sono state invitate da Liceo Classico locale a partecipare al progetto: “Se fossi un quadro: Quadri in fotocopie viventi. Protagonisti per una notte” , che consisteva nella realizzazione di un quadro vivente e nella stesura di una breve scenetta. 
Il quadro vivente é costituito da un gruppo di attori in posa che, disponendosi sulla scena, ricreano o evocano un quadro o un’immagine celebre. Il genere dei quadri viventi ha avuto il suo massimo splendore nei salotti settecenteschi, per poi essere recuperato agli inizi del Novecento nel varietà. È una tecnica artistica di grande impatto emotivo, che non solo si presta al mondo del teatro ma finisce anche per contaminare il cinema. Celebri sono le scene del film “La Ricotta” di Pier Paolo Pasolini che riproponeva i quadri manieristi di Pontormo e Rosso Fiorentino, oppure sempre di Pasolini la scena finale del“Decameron” ispirata al Giudizio Universale dipinto da Giotto nella Cappella degli Scrovegni di Padova. 
Ci sono anche altri cineasti che si sono palesemente ispirati a celebri dipinti, guardando queste scene da “L’impero del sole”, “Lost in Translation” e “Sexy Beast” accanto ai dipinti di Norman Rockwell, John Kacere e Marc Chagall è come vedere doppio. Le versioni cinematografiche sono versioni in movimento delle opere d’arte originali. È ovvio che Steven Spielberg, Stanley Kubrick e Sofia Coppola siano ispirati da molte cose nella vita, ma è comunque interessante vedere come alcune volte siano proprio le belle arti ad aiutarli a scegliere le inquadrature, come si può vedere nel video di Vugar Efendi l’arte incontra il cinema.
La realizzazione dei quadri viventi prevede l’utilizzo della didattica del “Learning by doing”, ovvero imparare facendo, perché attraverso tale attività gli alunni riescono a capire lo spirito dell’opera e a rafforzare l’interesse verso la storia dell’arte. Nel mettersi in posa comprendono il linguaggio dell’artista, lo stile e a spiegare le scelte compositive, le linee di forza e l’uso della luce, inoltre la sua realizzazione spinge la classe alla collaborazione, a livello organizzativo li responsabilizza nella  suddivisione dei compiti e rafforza lo spirito di squadra.
I nostri studenti hanno dimostrato grande impegno e partecipazione, in particolare la mia terza A che con entusiasmo ha realizzato il progetto che ho proposto relativo alla realizzazione del dipinto murale della Villa dei Misteri di Pompei.





Grazie alle famiglie che ci hanno supportato e al Liceo La Mura per la bellissima iniziativa
Il nostro lavoro sul sito della scuola

Graffito Naïf

Quest’anno con la didattica a distanza ho proposto ai miei alunni di prima media di realizzare con la tecnica del graffito un lavoro ispirat...