Con le mie prime abbiamo realizzato un “Graffito metropolitano” ispirato all’opera
“Tuttomondo”di Keith Haring. L’artista in questo grande graffito rappresenta la visione interiore, di un futuro in cui gli ideali dominanti sono unità, armonia e pace espressi con un linguaggio semplice e dinamico, che si ispira anche ai segni lasciati dagli uomini primitivi. Il moderno graffitismo così come altre tendenze dell'arte del ventesimo secolo, trova delle corrispondenze con i graffiti preistorici, l'arte “primitiva” e il disegno infantile, espressioni queste accumunate dal rifiuto della prospettiva e della profondità, dall’estrema semplificazione delle forme e dall’immediatezza comunicativa.
Il dipinto di Keith Haring che si trova sulla parete esterna della chiesa di Sant’Antonio Abate a Pisa, é l’ultimo grande murale pubblico di questo artista americano esponente del Graffitismo scomparso nel 1990. Ritrae 30 figure di grande vitalità, concatenate e incastrate tra loro a simboleggiare la pace e l'armonia del mondo. Partendo dall’alto vediamo un uomo che sorregge sulle spalle un delfino, a sinistra compaiono un cane, una scimmia e un volatile: il legame dell'uomo con la natura è indispensabile per l'armonia del mondo. In alto a destra un paio di forbici, a simboleggiare il bene, rappresentate come l'unione di due figure umane, tagliano in due un serpente, a simboleggiare il male. Una donna con in braccio un bambino e un uomo con un televisore al posto della testa rappresentano il contrasto tra la naturalità della vita e la tecnologia che ne stravolge i ritmi. Al centro troviamo, in omaggio alla città che ospita il murale, il suo simbolo, la "croce pisana", rappresentata con quattro figure umane unite all'altezza della vita. Due gemelli siamesi al centro, uniti nel tronco, e altri due a destra uniti all'altezza delle spalle, sono probabilmente una condanna ai disastri nucleari. Infine in basso, al livello della strada, è stata raffigurata una figura gialla che cammina: rappresenta il pubblico, un passante o un turista, che dedica un momento di riflessione all'opera, prima di proseguire in direzione probabilmente del Campo dei miracoli e della Torre di Pisa.