All’inizio dell’anno scolastico, ripassando il programma di seconda con i ragazzi di terza media, abbiamo rivisto le inusuali opere del pittore manierista Giuseppe Arcimboldo, famoso per le “ Teste Composte”, ritratti grotteschi realizzati mediante la combinazione di elementi come fiori, frutta, libri o forme viventi come pesci e rane. Le composizioni di Arcimboldo richiedono grande abilità per far sì che gli elementi siano riconoscibili e risultino equilibrati nel loro insieme. La tecnica usata dall’artista si basa sulla “pareidolia”, cioè l’illusione subcosciente che ci spinge a riconoscere sembianze umane, profili naturali o artificiali anche in soggetti dalla forma casuale (es. nuvole, montagne ecc.). Per comprendere a fondo questi dipinti occorrerebbe studiare i significati legati al valore simbolico attribuito ad ogni elemento. La tecnica usata dagli alunni è stata quella del disegno e del collage, ecco i risultati.
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